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domenica 7 settembre 2008

6 - Sottotitoli

"E che è successo?" mi chiede Edo con sguardo illuminato e divertito.

"Per fortuna non ha fatto neanche in tempo a dire una parola che è arrivata Francesca. Che cavolo devo fare adesso con lui? Non riesce a capire che non ne voglio sapere?" dico mentre mi tiro giù anche dei wafer dalla macchinetta accanto. "Guarda, vado sull'argomento e non posso fare a meno di mangiare per quanto mi sento frustrata. Non è possibile, sai che l'ultima volta mi ha lasciato una lettera attaccata a una delle rose del vialetto del condominio? Non si puòòòòò!" - dico chinandomi piegandomi sulle ginocchia come una gallina che si mette a covare. Edo ride.

"Secondo me sta un po' iniziando a farti dei dispetti. Voglio dire, se fa così è perchè vuole che in giro si sappia. Uno coglie la rosa, cioè la lettera, e proprio nel tuo condominio si inizia a chiaccherare. Una specie di vendetta."

Mi blocco. Cavoli, non ci avevo mai pensato. Sono sempre andata indefessamente avanti a credere che lui mi venisse dietro, che nella sua testa non potesse a un certo punto incazzarsi per davvero, sentirsi imbrogliato, e decidere di farmi qualcosa di così brutto. Che potesse anche corrermi dietro a vita e poi, un giorno, stufarsi proprio mentre vede un'altra e cominciare a correre dietro a lei come un cane addestrato, così, senza rimorsi nè conti aperti. E finalmente me ne sarei liberata.

Però ora con Edo non posso mostrarmi così scema - come invece sono, o sono stata fino a un momento fa - e così sparo un "Già, in effetti, mi era sembrato. A proposito, anche tu... lo pensi? "

Lui annuisce e si frega uno dei miei wafer.

Come ho fatto a non pensarci... venire a colpire nel posto in cui mi sento sicura, a casa mia.... una lettera risentita attaccata a un bel fiore pieno di spine che pungono... e che fanno sanguinare, come già sanguina il suo cuore, ecco la chiave... o mio dio, ho a che fare con un genio dello stalking graduale e silenzioso, un boia col guanto di velluto e il sorriso luccicante, sì! E diventerò il soggetto della prossima inchiesta di Carlo Lucarelli, che col mio caso farà così successo che esporteranno la puntata anche all'estero, però coi sottotitoli, senza doppiaggio...e magari intervisteranno quel nanerottolo dicendogli in che rapporti eravamo, e lui magari dirà che mi aveva lasciato perchè ero ossessiva nei suoi confronti ma poi eravamo rimasti amici... no, ci vorrebbe la voce di paperino per lui. Sottotitoli...

- Bè calma. E stop. Ma che cazzo penso? E' un paperotto un po' sfigato in fondo, la prima impressione per lo meno lo fa un buono, e la prima impressione conta...anche se la tipa di catechismo diceva di no. Dai. Riiii-prendersi, forza.

Però anche io avrò pur le mie fondate ragioni di...

"Pronto? Proooontoooo???" mi dice Edo nell'orecchio agitando una mano davanti ai miei occhi abbassati.

Scusa, mi son distratta una attimo sul sapore di 'sto wafer che dev'essere scaduto, non li prendo più questi".

"Il mio era buono. Comunque ti dicevo se sabato si cena assieme a casa mia. Ti ricordi che ti dovevo far conoscere Max, quel mio amico che abbiamo incrociato in libreria la settimana scorsa? Bè, volevo fare una cena a casa mia con lui e degli altri, anche perchè non lo vedevo da una vita.
Sempre che tu non debba incontrarti con Ricki!" - e scoppia a ridere.
Uffa quanto ride... mi fa arrabbiare quando fa così. E poi proprio adesso che è venuto fuori che quello è un serial killer e son nervosa e non mi va di mostrarlo. Parlo della cena.

"Ok, siì, sabato va bene. Come funziona? Cioè: devo portar qualcosa?"

"Non so, per ora non ho ancora pensato al menu, comunque ti dirò appena decido. Credo in ogni caso che mia mamma preparerà almeno una portata, quindi è già qualcosa".
Già qualcosa? Lui non si rende conto. La mamma di Edo non ha cognizione. E' cuoca di albergo, e non fa differenza tra le quantità del luogo di lavoro e di casa: per praticità, credo. Un mese fa ha insistito perchè salissi a cena, io credevo di dar disturbo, son salita giusto per salutare - che a ora di cena equivale a disturbare: ok, speravo mi facessero fermare lì - e mi son trovata davanti questa terrina da 12 persone stracolma di pennette panna e piselli, che se qualcuno mi dava una pacca sulla spalla rischiavo dii caderci dentro!
Bene, butto via il wafer e mi metto a dieta adesso. Dovremmo essere trenta per essere ancora affamati dopo una portata di quella signora.

"Perchè, siamo in pochi?" Chiedo innocentemente mentre cerco di leggere i fondi del tè della macchinetta chiedendo loro se Ricki mi accoltellerà o cose del genere. E mentre spero che ci sia solo Max, oltre a noi...ma credo che Edo non ci tenga a fare Luca Barbareschi ne Il gioco delle coppie.

" Dovremmo essere in sei, con mia sorella, e uno dei miei prof del Liceo con la moglie."
Cazzo, no. La sorella di Edo no. Si chiama Alessia ed è una stragnocca e sicuro attirerà l'attenzione di Max... forza, non sono per niente un cesso anch'io, però. Basta ripeterselo e gli altri penseranno che è così! L'hanno scritto su Vanity Fair.
Prima Ricki che mi vuole squartare e poi questa che mi frega il tipo... uff.

"Ah, ok, una cosa tra pochi" biascico mentre torniamo in ufficio.