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mercoledì 20 agosto 2008

1 - Ciao Stella!

Sto correndo a più non posso, più di così non ce la faccio, ho il cuore in gola e mi sento Ben Johnson nei bei tempi andati... sì, dico 'nei bei tempi andati' perchè non è che sia proprio un'espertissimissima di sport o atletica o corsa - ooooh che figura: a che insieme di cose ci si riferisce in questi casi?? - però quando ero piccola ricordo il tipo del tg che gridava come un dannato quel nome - Ben Johnson! - con la fronte sudata, e nello schermo la scena di questo tipo con gambe che vanno come pale di mulino e...e... io lo trovavo esaltante, tutto così nero e lucido tra l'altro, anche se i miei non ne sapevano niente...vale come cosa, no? Quindi, a maggior ragione: ccccàavolo se sto correndo! Mi esalto per un attimo.

Però però, calma. Anzi, rabbia! E' colpa di quella maledetta Giuliana quando mi dice che ci penserà lei a svegliarmi, sì sì sì sì, proprio vero: se non era per il pappagallo urlatore del vicino ero ancora ad alluci all'aria. No no no no: di lei non mi fido più, non me la dà più a bere. Ma tanto adesso?

No ma non è che io son scema a pensare: la verità è che la verità è a monte: vaffanculo a me che ho ascoltato quella semisconosciuta con le belle treccine bionde e l'alito profumato che ho incontrato al corso di Francese. Sì, a monte. A proposito, la cosa che mi ha colpito di quella lì non è una cosa piacevole, ma neanche giornalisticamente condannabile: è semplicemente che aveva l'ascella con lo stesso odore dell'alito... voi lo troverete strano, grottesco se ci si pensa, sì...ma io trovo che sia di quel grottesco che quando non hai ancora capito che lo è ti coinvolge nelle cose e solo dopo tu capisci che ti sei messo ad avere a che fare con degli sfigati. E vai nei casini. Sì è così. Alito e ascella che si richiamano ma nessuno dei due in fondo ha l'odore che gli compete.

La tizia - che un nome ce l'ha e che si chiama Sofia - è la tipica ragazza di buona famiglia che arriva con i vestiti pulitissimi, i capelli lucidissimi e i denti puliti, e che ha anche un bel portamento e un'espressione sicura di sè. Ma ha quel qualcosa che si porta dentro, che non è proprio in linea con tutta la fighetteria che la sua famiglia vorrebbe farle esprimere... come dire: questa l'hanno di certo portata ancora in passeggino alla prima lezione di danza, sì me l'immagino quando la sbarellano e la lasciano lì sul parquet della palestra che questa a stento cammina, e pure, secondo copione, ne va orgogliosissima; ma la natura è più furba, e trova vie insperate. Per cui tiè!! Le viene il fiato che ha l'aroma della sua stessa ascella profumata.

Insomma, la verità è a monte e non dovevo ascoltare questa Sofia quando mi disse: - "Ho un'amica che cerca un posto per frequentare l'università, ti ci troveresti così bene!" - Sì, come il succo di melone nel purè. Poi vi racconterò di questa che mi hanno rifilato - no, anzi, la verità per cortesia: me la sono rifilata io - in casa.
Ora non ho tempo di raccontare: ormai sono arrivata al lavoro. Riesco ad arrestare le gambe che vorrebbero richiudersi come uno di quei set tavolino-e-seggioline da picnic che si invidiano sempre ai vicini di grigliata ma che fanno pena quando si vedono nelle svendite al supermercato. Dico alle mie gambe che non si può e faccio per entrare nel palazzo con nonchalance, ma mentre inizio a fingere che l'affanno sia solo profonda inspirazione-espirazione da palpabile autostima, sento alle mie spalle la voce più mefitica della città che mi dirige un suadente: -"Ciao, Stella!".